
Christopher Humphris
La vita è così: senza che tu lo voglia, sul tuo cammino, incontri persone che ti fanno cambiare meta, ritmo, energia. Per me è stato così nel mio percorso di innamoramento con le lingua straniere, prima, e con la didattica delle lingua, poi.
Il primo fu tale Monsiuer Dumet, lettore di francese. Un francese che mal viveva alle latitudine galliche e che per chissà quale motivo insegnava a Catania. Appena entrò in classe, ci parlò in francese, a noi totalmente digiuni della lingua di Molière e Houellebecq, e gorgheggiando nella sua melodica favella, cominciò a tirar fuori oggetti dalle sue tasche, Eta Beta d’Oltralpe, nominandocele en français. Fu lui a svelarci, a noi men che adolescenti, le gioie dei role-play.
L’altro è stato Christopher Humphris. Credo fosse il 1994, insegnavo italiano per stranieri da qualche anno e da due avevo cominciato a offrire corsi di italiano a Taormina. Christopher, non solo ci faceva fare laboratori in lingue straniere improbabili, ma ci chiedeva di essere i minatori linguistici, di scavare nel testo alla ricerca dei significati in contesto, di immaginarne le regole (la grammatica….!) che presiedevano a quel sistema linguistico, ci imponeva di discuterne “fra pari” con un collega più sperduto di noi in quei testi, non rispondeva alle domande ma alle domande rispondeva con un’altra domanda… Affascinante, dirompente, a tratti, mistico.
E dal quel giorno, io e la mia creatura, BABILONIA, lo abbiamo assunto a faro illuminante della didattica dell’italiano come L2/LS. Un guru che, a differenza di tanti professoroni universitari che si danno un tono da comunicativista solo per aver letto e copiato alcuni testi americani sull’argomento (sbagliandone anche le tradizioni in italiano talvolta), ricercava, sperimentava e empiricamente dimostrava la bontà delle sue supposizioni, delle sue ricerche e dei suoi risultati. Beh, non solo suoi, ma del fantastico gruppo di lavoro e di ricerca glottodidattica della DILIT, da Giorgio Piva a Stefano Urbani, da Luigi Micarelli a Piero Catizone e Rita Luzi Catizone. Nel 1999, abbi poi l’onore di veder pubblicato un mio articolo (“Sei personaggi in cerca di autore: siamo tutti sceneggiatori”) nel da tutti invidiato bollettino DILIT, uno dei momenti più gratificanti della mia vita.
Oggi siamo felici che Christopher Humphris torni a Babilonia per un seminario di aggiornamento. Christopher era già stato da noi a Taormina nel 2002, un regalo che ci eravamo fatti per il nostro 10° anniversario. Oggi, con un anno di ritardo, siamo felici di averlo di nuovo nostro ospite per festeggiare il nostro 25° (ormai 26°) anniversario con una riflessione dal titolo “Imparare com’è fatta una lingua o usare una lingua?”
Saranno 2 giorni di riflessione, di sperimentazione e di discussione intensi. Sabato mattina ci soffermeremo a discutere se “Esiste un metodo DILIT? Dubbi, opposizioni e contestazioni da parte degli studenti più tradizionali”. Sabato pomeriggio, invece, rifletteremo su “Lessico: strategie per l’ampliamento del bagaglio lessicale negli studenti LS”. Domenica mattina, ci aspetta un seminario su “Ascolto analitico: oltre il Puzzle Linguistico, c’è di più” e nel pomeriggio, dulcis in fundo, “Facciamo il punto sul Puzzle Linguistico” .
Non vediamo l’ora di cominciare e di sperimentare tutto sulla nostra pelle! Questo, non solo come nostro arricchimento personale e professionale ma, anche, per continuare ad offrire la migliore esperienza di apprendimento possibile ai nostri studenti.
In formazione ostinata e continua!
Alessandro Adorno
direttore Centro di lingua e cultura italiana BABILONIA – Taormina